In Slovenia le città interessanti da visitare sono davvero tante; disseminate in un territorio molto vario ma relativamente piccolo, conservano l’impronta di una terra in cui si incontrano tre mondi: il mediterraneo, il germanico, lo slavo. Facilmente raggiungibili dall’Italia, sono tutte accoglienti, belle da vivere e da gustare.
Fra le capitali europee Lubiana si può considerare una delle più green e sostenibili, tanto da essere stata premiata già nel 2016 come Capitale Verde europea. Parchi, giardini, piste ciclabili, zone pedonali e mobilità elettrica sono una scelta d’avanguardia che viene da lontano. Ma Lubiana pulsa anche di energia positiva, la gente sciama tra le caffetterie, il lungofiume, le stradine con le botteghe artigiane e poi si ferma ad assaggiare cibi e vini che spaziano dalla tipicità alle nuove proposte. Qui si può provare un’enogastronomia ispirata, come in una sinfonia, alle diverse influenze che attraversano la cultura slovena: il mare, la montagna, le rigogliose pianure pannoniche, le amene colline dell’est.
La presenza del fiume Ljubljanica ha favorito lo sviluppo del centro lungo le rive e, man mano, verso la collina. Oggi l’area centrale è priva di auto e sempre affollata, con caffè, bar, ristoranti e tantissimi giovani, molti studenti dell’importante università locale. L’impronta più evidente che ha segnato la fisionomia di Lubiana si deve però all’opera del geniale architetto ed urbanista Jože Plečnik a cui, dagli Anni Venti fino all’inizio della Seconda Guerra Mondiale, venne affidato il compito di ridisegnare la città secondo nuove concezioni.
Plečnik immaginò di rinnovarla ispirandosi al modello dell’antica Atene. Gli edifici realizzati sono stati riconosciuti patrimonio UNESCO, alcuni sorgono sulle rive del fiume Ljubljanica da Trnovski pristan a Zapornice, in cui spiccano il mercato principale (vale una sosta) e il Triplice ponte (Tromostovje), la Biblioteca nazionale e universitaria e il teatro estivo di Križanke. Ma Lubiana è tutta una fioritura di opere architettoniche affascinanti, dal liberty del Grand Hotel Union al fantasioso stile secessionista della Zadružna gospodarska banka nella via Miklošičeva.
Altra caratteristica sono i numerosi ponti. Il più famoso è senza dubbio il Ponte giubilare di Francesco Giuseppe I del 1900, ornato da imponenti statue di draghi. Il drago è infatti nello stemma della città e domina dalla torre dell’imponente castello a guardia del centro storico, ricordando la leggenda che lo vuole sconfitto da Giasone sul luogo della fondazione. Passeggiando sul lungofiume oltre al Triplo ponte di Plečnik, si può ammirare il Ponte dei Macellai (ma anche “degli innamorati”), il Ponte dei Calzolai e il Ponte Hradecky.
Lubiana si raggiunge rapidamente dall’Italia e le strutture ricettive, per ogni esigenza, sono di qualità. Per visitarla al meglio un’ottima soluzione è la Ljubljana Card, acquistabile nei Centri di informazione turistica, negli hotel o sul sito visitljubljana.com. Valida dalle 24 alle 72 ore, consente l’utilizzo illimitato dei bus, il giro turistico gratuito in battello sul fiume, la visita guidata gratuita di Lubiana e offre tanti altri vantaggi.
Il centro si visita tranquillamente a piedi, oppure con le bici, disponibili in molti punti, o anche, cambiando decisamente prospettiva, in barca sul fiume. Sarà un’immersione nella storia, dal medioevo al novecento, fra chiese, monumenti, musei, antiche caffetterie dall’aspetto mitteleuropeo.
Da non perdere la Fontana del Robba, nella Piazza Civica, una delle principali della città; poi la Cattedrale di San Nicola e, poco lontano dal centro, la pittoresca Chiesa di San Bartolomeo, una delle più antiche. D’obbligo un break nei bar e bistrot di via Petkovškovo nabrežje sulla riva del fiume Ljubljanica.
Nella Galleria Nazionale si trova la principale collezione d’arte slovena, al Museo Nazionale è conservato il più antico strumento musicale del mondo, mentre per vedere la più antica ruota di legno con asse si deve andare al Museo Civico.
L’estate è il periodo dei grandi eventi. Strade, piazze, chiese si animano con teatro, giocoleria, musica, happening. L’apice si ha con il Ljubljana Festival, che prevede concerti, danza, mostre, e molto altro con artisti internazionali di assoluto rilievo. Grande seguito anche per il Lubiana Jazz Festival, ormai un appuntamento europeo molto seguito. Altri festival si susseguono per tutta l’estate, in un mix elettrizzante di tradizione e avanguardia.
La seconda città della Slovenia si trova nella parte più orientale del Paese. È circondata da verdi colline vinicole e attraversata dal fiume Drava. Maribor è anche nota per il comprensorio sciistico di Pohorje, a cui è collegata. Un’oasi naturale ricca di foreste e laghi, habitat di molte specie rare tra cui la farfalla Cranberry blue (Agriades optilete) e la saturnia del pero, il più grande lepidottero dell’Europa.
Tutto questo già ci introduce a due caratteristiche della città: la natura e i vini pregiati. Aggiungiamo cibo delizioso e una storia interessante, da leggere girando nel centro antico con il ponte vecchio (Stari Most) uno dei simboli di Maribor. Si può andare nella piazza principale, Glavni Trg, suggestiva e vivace, per visitare il Municipio in stile rinascimentale risalente al 1515, e la Colonna della peste, oppure si può salire al Castello del XV secolo con la Sala dei Cavalieri affrescata e il Museo regionale di Maribor.
Da non perdere in città, il quartiere antico di Lent, affacciato sulla Drava. Caratteristico e particolarmente ameno, offre un’occasione di stupore, se non addirittura di commozione, agli amanti del vino. Qui si trova infatti la vite più antica d’Europa. 500 anni, sopravvissuta a mille peripezie, compresa la terribile fillossera. E poi, ancora, cantine ipogee accolgono i visitatori per presentare le migliori etichette della Stiria Slovena.
A chi preferisce la bici non potrà sfuggire la pista ciclabile a forma di cuore sopra Svečina, nelle campagne di Maribor, che si snoda tra i vigneti. Per i più intraprendenti c’è anche la pista ciclabile internazionale del Drava che attraversa Fala, la più antica centrale idroelettrica sul fiume e l’isola fluviale di Maribor. La Drava può diventare una piacevole meta per gite in barca o in zattera.
Eventi e festival animano la città soprattutto nella bella stagione con spettacoli teatrali e di balletto al teatro Nazionale Sloveno. Fra i festival i più noti e animati ci sono il Festival Lent, all’aperto, il Festival della Vecchia vite dedicato alla gastronomia, il Festival teatrale Borštnikovo srečanje e il Festival musicale di Maribor. Avviso ai gourmand: non lasciate Maribor prima di aver assaggiato la cucina di Mak, ristorante fuori dall’ordinario fra i più blasonati di Slovenia, nessuna lista di vivande e vini, ma solo l’inesauribile fantasia dello chef David Vračko.
In Slovenia, tra le città da visitare c’è anche Ptuj più a sud, nella Bassa Stiria, una delle città più antiche di Slovenia con un abitato raccolto che si dirama verso le colline. Il vino di qualità è una delle sue vocazioni e le vicende storiche ne hanno segnato la fisionomia.
Per trovare le origini di Ptuj bisogna risalire alla città romana di Petoviona, nominata per la prima volta nelle fonti scritte 1950 anni fa. I suoi resti sono visibili a ogni passo: il monumento di Orfeo e il Museo di Povoden nella pittoresca piazza Slovenski trg, il Museo archeologico e i santuari del dio Mitra.
L’impero capitolino e i suoi fasti vengono evocati per i visitatori con i Giochi Romani, con la possibilità di entrare in un accampamento, o uno speciale programma wellness nelle Terme Ptuj. Qui i trattamenti sono degni dell’imperatrice Flavia e dell’imperatore Vespasiano. Dopo tanto benessere un po’ di trasgressione non guasta. Ecco allora una deliziosa cena d’epoca innaffiata dallo speciale vino Mulsum, come autentici e gaudenti Romani.
La città ha mantenuto il disegno urbano originario e le strade lastricate portano a uno dei castelli più spettacolari della Slovenia da dove è possibile ammirare un panorama che abbraccia il mosaico di tetti di tegole degli edifici medievali, monasteri e chiese. All’interno è ospitato un Museo con artefatti, strumenti musicali, armi e maschere di carnevale tradizionali e bellissimi arazzi.
Tanto storia antica non significa che Ptuj sia ripiegata sul passato. Anzi, ci sono una gioventù attiva e un sacco di iniziative a renderla effervescente, come il festival dell’arte contemporanea Art Stays, la Galleria, il festival musicale Arsana e le Giornate della poesia e del vino (Dnevi poezije in vina), tipicamente estivi. Se invece ci si capita tra fine inverno e primavera sarebbe un reato non partecipare al Kurentovanje, considerato uno dei 10 migliori carnevali del mondo, e al festival Salon Sauvignon.
La proverbiale cultura vitivinicola si tramanda nella più antica cantina dei vini della Slovenia, che già da 700 anni conserva le migliori produzioni dalle colline di Haloze e Slovenske gorice. Nell’archivio dei vini si possono scoprire rarità, come il più antico vino catalogato sloveno del 1917 della Vite d’oro e la più grande botte che conserva oltre 22.115 litri di nettare di Bacco.
La città dalle spiagge dorate, meta di vacanza da tutta Europa e non solo, è una delle più rinomate località balneari dell’Alto Adriatico. Nonostante l’afflusso di turisti riesce sempre a regalare tanti momenti di relax grazie agli ampi spazi, alla cultura dei trattamenti termali, alle spiagge, più volte premiate con la bandiera blu.
La storia della città è strettamente legata a quella di Pirano, situata a pochi chilometri. Furono i monaci benedettini che lì risiedevano a scoprire le proprietà delle acque nella zona dell’attuale Portorose, fondandovi il monastero di San Lorenzo, un luogo dedicato alle cure dei dolori reumatici. Da quel momento la sua fama crebbe a livello internazionale, abbinando le terme ai soggiorni di mare e sviluppando un’accoglienza turistica di prim’ordine, con diversi hotel lussuosi e lo storico Kempinski Palace Hotel, fondato nel 1910 al tempo degli Asburgo.
Mare, terme, bagni fantastici e movida tipica delle località estive più cool sono gli ingredienti principali di Portorose, ma non solo. Nei dintorni ci sono diversi luoghi da visitare, come i resti dell’antico monastero di San Bernardino costruito nel 1400 secolo e trasformato dall’esercito austriaco nel XIX secolo in una fortezza a difesa del golfo. Si possono ancora ammirare il campanile, il presbiterio della chiesa e i muri di sostegno con gli archi.
Originale l’esposizione permanente all’aperto intitolata “Forma Viva“ presso il promontorio di Sezza, una raccolta di opere in pietra iniziata nel 1961 grazie agli artisti sloveni Jakob Savinšek e Janez Lenassi che ora conta più di 130 sculture realizzate da autori di oltre 30 paesi.
L’importanza del sale per tutta la zona è evidenziata dai Magazzini del Sale (Magazen Grando e Monfort), ambienti in cui i salinai collocavano la loro produzione alla fine della stagione di estrazione. Ora i magazzini ospitano il Museo del Mare e offrono anche uno spazio per mostre ed eventi. Per calarsi completamente nella tradizione delle saline, a Sicciole, si può visitare con escursioni guidate il Parco naturale delle Saline. Qui il minerale viene ancora estratto con un antico metodo, usato da più di 700 anni.
A una manciata di chilometri dal confine italiano ecco un autentico gioiello dell’Istria Slovena, uno di quei posti che si appendono alla memoria.
Antica città portuale, Pirano conserva i resti della cinta muraria medievale. Le strette vie, con le case una a ridosso dell’altra, dalla chiesa posta in posizione elevata si distendono verso la piazza centrale e la costa. L’eleganza e l’armonia delle architetture, dalle più semplici alle più sofisticate, sottolineano l’impronta veneziana e giustificano ampiamente il fatto che sia interamente protetta come monumento storico-culturale.
Integra e seducente, la sua storia si perde nei secoli, anche se probabilmente fu di fondazione romana. Delle trasformazioni successive rimane il segno nell’assetto attuale, frutto di varie dominazioni, soprattutto, come detto, di quella della Serenissima, presente qui in diverse epoche. La più fiorente ebbe inizio nel 1282 e si protrasse fino alla caduta di Venezia nel 1797.
Pur alleata, Pirano conservò sempre una certa autonomia dalla città lagunare, per poi essere sottomessa dall’Impero austriaco fino alla fine della Grande Guerra. La penisola istriana passò sotto il controllo del Regno d’Italia fino al secondo dopoguerra, entrando poi a far parte dei territori della Jugoslavia e quindi della Slovenia.
Un soggiorno a Pirano significa calarsi nell’atmosfera di un luogo unico e raffinato; il centro è chiuso alle auto, con calma si possono scoprire i tanti angoli suggestivi, a cominciare dalla splendida piazza Tartini.
L’ideale è arrivarci scendendo dagli antichi bastioni, punto panoramico per un tramonto da brividi. Nella piazza si scoprono molti edifici storici, fra cui la Benečanka, la Casa Veneziana, mentre verso il vecchio molo, si incontra la stele della gogna dove 700 anni fa venivano esposti al pubblico ludibrio i colpevoli di qualche reato, usanza della Repubblica serenissima.
Oltre al teatro, costruito nel 1910 e dagli interni magnificamente decorati, Pirano è caratterizzata da strette calli ombreggiate e angoli incantevoli, come Piazza Primo Maggio, nota anche come Piazza Vecchia. Una panoramica eccezionale sulla città e tutto il Golfo di Trieste si gode dal campanile della bella chiesa di San Giorgio, edificata nel XII secolo, con successivi interventi barocchi.
Da vedere il Museo Nautico e l’Acquario e nei dintorni le saline, fonte di ricchezza per molti secoli e tuttora attive. Per questo ogni anno a fine agosto in Piazza Tartini si tiene la Festa dei Salinai, e il festival d’arte Ex Tempore. Il calendario è sempre ricco e si rinnova ad ogni estate.
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Testo di Redazione|Riproduzione riservata © Latitudeslife.com
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